Ryts Monet

biografia

Nato nel 1982 a Bari, vive e lavora a Vienna.

Laureato in Arti Visive e dello Spettacolo all’Università Iuav di Venezia, dal 2018 insegna presso l’Istituto di Teoria dell’Architettura, Arte e Studi Culturali (AKK) dell’Università Tecnica di Graz nel Dipartimento di Fotografia; in precedenza ha insegnato all’Università Iuav di Venezia (2013-2017). Dal 2022 è membro regolare della Secessione di Vienna.  Fra le personali più recenti si ricordano: Money Money Money (con Cesare Pietroiusti), Galleria Michela Rizzo, Mestre, VE (2022); Per Tina, a cura di Alois Kölbl, Steirischer Herbst 20 Parallel Program, QL Galerie and Leechkirche, Graz (2020); Works Fall True!, a cura di Elena Tammaro e CREAA, Castello di Fagagna, Fagagna, UD (2019); Schuld, a cura di Beatrice Zanelli, Palazzo Frichignono, Torino; La caduta degli Dei, a cura di Agnes Kohlmeyer, con il supporto di Bildrecht (Austria), Galleria Michela Rizzo, Venezia. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni come: Bucharest Biennale (2022), Steirischer Herbt, Graz (2020), Kunsthaus Dresden, Dresda (2019), Q21 – MUSEUMSQUARTIER WIEN, Vienna (2019); 6. Moscow International Biennale for young art, Main Project, Mosca (2018); OFF BIENNALE CAIRO, Cairo (2018); Mediterranea 18, Young Artist Biennale, Tirana (2017); Kunsthaus Graz (2016); Fondazione Antonio Ratti, Como (2016); Stedelijk Museum Bureau Amsterdam, Amsterdam (2015); PAN, Napoli, (2013); Kumu Art Museum, Tallin (2011). Ha ricevuto numerose borse di studio come artista in residenza tra le quali: Fondazione Pistoletto Cittadellarte, Biella (2021); Yarat Contemporary Art Space, Baku, Azerbaijan (2019); 7th Nakanojo Biennale, Nakanojo-machi, Giappone (2019).

È rappresentato dalla Galleria Michela Rizzo, Venezia/Mestre

www.galleriamichelarizzo.net

 

Investigare nella Storia e nelle storie, stratificare e mettere in relazione è divenuta oramai la missione principale di Ryts Monet, che non esula nemmeno il pubblico da questo viaggio, integrato com’è nelle sue narrazioni. Scrittura, lettere, ma anche loghi, texture, carta da parati, copie, divengono elementi-simbolo che si moltiplicano sempre uguali a se stessi e che, come un sigillo, racchiudono un messaggio. Un messaggio che partendo da tematiche politiche, ambientali o economiche, dai frammenti di controcultura e subcultura — a cui Ryts è da sempre molto legato —, ci parla della ritualità, del feticcio, dell’ex voto e delle varie forme che può assumere il sacro e l’alchemico. A questo proposito mi vengono in mente lavori come RIOT, Sole, Works Fall True, Migrants, Sunday, Carpet, o il più lontano Sail, dove, oltre che il processo di trasmutazione sono la luce e l’oro ad essere protagonisti, intesi, come afferma l’artista stesso, “anche come entità che investono e irradiano ogni cosa”.

Portrait of Europa, 2020

tappeto azero fatto a mano, lana, seta, 300 x 200 cm

Black Flag Revival, 2012

installazione e performance, dimensioni variabili

Lamassu e Blue Holes, 2019

Veduta dell’installazione presso la Galleria Michela Rizzo, Venezia

MONEY MONEY MONEY Ryts Money, 2022

Veduta dell’installazione presso la Galleria Michela Rizzo, Mestre (VE)

Courtesy dell’artista e Galleria Michela Rizzo, Venezia/Mestre

Crediti fotografici: Francesco Allegretto

Der Euro des Kaukasus and Portrait of Europa, 2020

dittico, installazione video a due canali, video, colore, suono, 12’20”, tappeto azero fatto a mano, lana, seta, 300 x 200 cm

Riot e Migrant, 2017 – 2019

lettere in vinile dorato, dimensioni variabili

Veduta della mostra La caduta degli dei, Galleria Michela Rizzo, Venezia,

Works fall true, 2020

scultura al neon, materiali elettrici, strutture metalliche, impalcature, 300 x 70 cm

Veduta dell’installazione presso il Castello di Fagagna (UD)