Biografia A CURA DI ONART:

Lorenzo Vale si forma dapprima attraverso i corsi di Storia dell’Arte presso la Facoltà di Beni Culturali di Udine e, in seguito, presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove studia con i Maestri Finzi e Guarneri e si diploma in pittura con Angela Vettese.

Con la ferma volontà di conoscere le opere d’arte italiane ed europee, compie viaggi di formazione dalla Spagna alle Fiandre, dall’Inghilterra alla Germania.

Si interessa alle teorie dell’arte, della percezione e del colore, e consegue l’abilitazione all’insegnamento tra Padova e Venezia con Giovanna Rizzetto.

Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia ed Europa. Tra le ultime esposizioni ricordiamo: nel 2023 Pittura dolce e Feroce presso Palazzo Sarcinelli, Conegliano e Mistero e Incanto a Milano presso la Libreria Bocca, Milano. Nel 2022 Fantastico Bestiario presso la Libreria Martincigh di Udine e L’altra Tigre al Pab di Portogruaro. Nel 2021 In Your Eyes, Prints 2011-2021 presso la Stamperia d’Arte Albicocco e L’arte è un fiore raro presso Palazzo Mantica di Udine. Nel 2019 Sono i segni per dire che amo nello Spazio Mac di Venezia e Sacro è Profano al Ca’Lozzio di Oderzo.

Dell’opera di Lorenzo Vale, la Prof.ssa Francesca Cerno, poetessa e professionista della comunicazione, ha scritto:

“Nei dipinti di Lorenzo Vale colgo quella forza e quella delicatezza, quell’intensità e quell’essenzialità che accompagnano anche il gesto poetico nelle sue più alte manifestazioni. Una ricerca, un’esplorazione di una realtà che va oltre il visibile: al suo sentire si rivelano analogie misteriose che legano il mondo, come ci ricorda la lirica ‘Corrispondenze’ di Baudelaire:

È un tempio la Natura, dove a volte parole

escono confuse da viventi pilastri

e che l’uomo attraversa tra foreste di simboli

che gli lanciano occhiate familiari…

(Lettere a un giovane poeta, Rainer Maria Rilke, Milano, Adelphi, 2021)

Ci rammenta Vale, attraverso le sue opere, quello che la lirica del grande poeta simbolista sosteneva: la Natura è molto più di uno scenario, di un contesto, è un tempio che rivela analogie misteriose che legano il mondo. Ed ecco che l’uomo-artista riconosce nel suo cammino esistenziale questa arcana corrispondenza tra le cose. L’artista con il dono dell’ispirazione e della capacità di materializzarla con il gesto ‘pittorico’ – su tela – o quello ‘poetico’ – su carta – trova la sua strada in un mondo labirintico, in cui predominano significati più profondi, imperscrutabili dalla ragione, ma ben noti all’anima, a quel ‘sé’ che cerca di trascendere ogni forma di materialismo e dualismo.

E quando mi interrogo sulla ‘natura interiore’, su una possibile essenza, un involucro del sé, di Lorenzo-artista, che procede e avanza nella sua produzione

con tutta l’espansione delle cose infinite

(…) che cantano i trasporti della mente e dei sensi

Ecco che la questione diventa filosofica: se tutto è in divenire – come si postula da Hegel in poi, o impermanente come ci ricorda la più antica filosofia buddhista – se la vita è l’ombra di un sogno fuggente come scrive Carducci, se la memoria si sfolla come scrive Montale, se non è possibile trovare un permanente nello scorrere dell’esistenza, allora è proprio in questa apparente contraddizione, in questa presunta aporia che si svela il mistero non rivelato dell’arte. Del sentire l’arte. La risposta è così demandata al fruitore dell’opera, a voi che osservate e ascoltate, che ‘sentite’, in una privatissima interpretazione che non è unica, e proprio per questo è vera”.